kgeiger scrive "Nel numero di febbraio 2011 di IEEE Spectrum on-line, Peter Kogge, IEEE Fellow e professore di computer science e engineering all'università di Notre Dame, delinea perché non vedremo i computer exaflops presto. Per cominciare, consumando 67 MW (una stima ottimistica) sta andando a fare un sacco di calore. E conclude, 'Quindi non aspettatevi di vedere un supercomputer capace di operazioni al secondo quintilioni apparire in qualunque momento presto. Ma non abbandonare la speranza, neanche. [...] Fino a quando il problema in esame possono essere suddivisi in parti separate che possono essere risolti in modo indipendente, una quantità colossale di potenza di calcolo potrebbe essere assemblati simile a come il cloud computing ora funziona. Tale strategia potrebbe consentire a un exaflops virtuale supercomputer ad emergere. Non sarebbe cosa DARPA ha chiesto nel 2007, ma per alcuni compiti, potrebbe servire proprio bene '".
Per saperne di più di questa storia a Slashdot.
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